Guardiamoci negli occhi, per imparare insieme e sempre

Guardiamoci negli occhi, per imparare insieme e sempre

Fidae ha raccolto l’esperienza dell’Istituto Scolastico Paritario “Sabinianum” di Monselice (PD). Il vicepreside, Christian Bortolotto, ha raccontato alla  collaboratrice Fidae, Stefania Careddu come la scuola secondaria di primo grado si è organizzata per fare didattica online, rispondendo alle seguenti domande.

Quali strumenti usa la scuola per la didattica online? Come li ha scelti?

La scuola, fin dai primi giorni dell’emergenza e della sospensione delle attività didattiche, ha cercato delle soluzioni tecniche che prevedessero un contatto, anche visivo, con i bambini e i ragazzi che frequentano l’Istituto. Abbiamo ritenuto prioritario guardarci negli occhi per ristabilire i legami quotidiani, ricreare “l’ecosistema classe” con uno strumento di web conference grazie al quale ci siamo “ritrovati” come ogni mattina a costruire insieme dei percorsi di apprendimento e di crescita insieme.
Tecnicamente abbiamo valutato vari servizi, li abbiamo prima sperimentati tra docenti nella programmazione e organizzazione delle attività, poi li abbiamo allargati alle famiglie.
Finora ci siamo affidati alle funzionalità del Registro elettronico per la condivisione dei materiali e la comunicazione con le famigliementre per gli appuntamenti online la piattaforma che stiamo adottando è Go to Meeting. All’inizio la novità dell’incontro “online” ha destato commenti e interazioni positive, gli schermi sono diventati dei caleidoscopi di sorrisi. Con il passare dei giorni l’incontro attraverso la piattaforma è diventato sempre più lo strumento per interagire attraverso i contenuti scolastici: lo schermo davanti e i libri e i quaderni vicini alla tastiera!

Come si prepara una lezione online? Quali le strategie per coinvolgere e motivare gli studenti?

C’è stato molto coordinamento tra gli insegnanti per rendere le lezioni online, ma anche il materiale di lavoro assegnato, uno stimolo per approfondire in modo essenziale i contenuti.

Le attività della classe sono affidate alla regia dell’insegnante tutor che conosce profondamente i processi di apprendimento dei singoli alunni e ha strutturato delle attività con approcci pluridisciplinari con la collaborazione dei docenti specialisti.
Quanto alle strategie messe in campo, non è la stessa cosa e non potrà esserlo mai: in questi giorni sentiamo, come insegnanti, la nostalgia dei ritmi scanditi dalla campanella, dei volti assonnati e dei volti appassionati; rivorremmo tornare all’interno dei confini dello spazio classe per accorgerci ancor più che la scuola deve essere uno spazio aperto al mondo e dal quale il futuro del mondo dipende.

Con un computer si può fare molto: condividere lo schermo e lavorare insieme su un documento condiviso, guardare dei video tratti da contenitori straordinari di sapere (Treccani, RaiScuola e RaiStoria solo per citarne alcuni), interagire per creare dei Digital Storytelling (che fascino le storie!), ascoltare delle canzoni, leggere poesie per scovarne insieme i significati profondi.

Come è stata riadattata la programmazione delle lezioni?

Non abbiamo voluto tralasciare innanzi tutto quello che stiamo vivendo come comunità umana che si ritrova ad affrontare un’emergenza, un pericolo: la prima materia della scuola è la “vita”!
Rispettando le diverse età degli alunni e i gradi di maturazione e di possibilità di comprensione del fenomeno, abbiamo trattato il tema del “virus”, delle sue implicazioni e delle conseguenze. Ci siamo addentrati nelle materie scolastiche partendo dalla realtà e cercando di farla diventare disciplina da approfondire e studiare. Dopo i primi giorni, sono riprese le attività secondo l’orario scolastico per i ragazzi della scuola secondaria, mentre per le scuole primarie dell’Istituto l’approccio iniziale è stato quello di un “buongiorno” del mattino con l’impostazione del lavoro in autonomia.

Un tempo di due ore di incontro virtuale che comprende il salutarsi, il pregare insieme e con spontaneità, condividere aspetti positivi e negativi della giornata e del periodo che si sta vivendo. A livello didattico poi ci si concentra nello spiegare le attività proposte per la giornata.

Quali sono i punti di forza della proposta e quali le criticità?

Mi ha sorpreso molto la disponibilità dei colleghi: una comunità professionale che non si è scoraggiata, né si è fatta sopraffare dalla situazione, ma che con unità di intenti e caparbietà, ha trovato le soluzioni mettendo al centro il bene dei bambini e dei ragazzi. Credo che dove c’è questo tipo di professionalità e amore per il proprio lavoro (missione? vocazione?), tutte le difficoltà possono essere superate. La sinergia di un gruppo di educatori viene immediatamente percepita dalle famiglie e dagli alunni: è quell’alleanza educativa che è necessaria per crescere tutti.

Che tipo di risposta avete dai ragazzi (e dalle famiglie)? Quali sono le prime reazioni?

Il ritrovare la quotidianità dell’incontro, seppur attraverso il web, è stato un elemento-chiave, apprezzato dalle famiglie e dai ragazzi: è come se il vuoto determinato dalla chiusura di un “servizio”, fosse stato riempito dalla presenza di un valore: imparare insieme e sempre.



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