Papa Francesco e la scuola: il testamento educativo del Santo Pontefice

Papa Francesco e la scuola: il testamento educativo del Santo Pontefice

La morte di Papa Francesco segna una profonda ferita nel cuore della Chiesa e del mondo intero. Ma il suo magistero, e in particolare la sua visione dell’educazione, resta un faro per tutte le comunità scolastiche, specialmente per quelle di ispirazione cristiana, come la nostra.

Jorge Mario Bergoglio non è stato soltanto il nostro Pontefico, ma un vero educatore dell’umanità. Il suo linguaggio semplice, diretto, accessibile, la sua vicinanza ai piccoli, ai fragili, ai giovani, hanno restituito all’educazione il suo volto più autentico: quello dell’incontro e della generazione di vita.

Per Papa Francesco, educare è un atto d’amore. Non si può educare senza passione, senza dedizione, senza mettersi in gioco. La scuola, nel suo pensiero, non è mai stata un’istituzione neutra o funzionale, ma un laboratorio di umanità, un luogo in cui crescere insieme e imparare a vivere.

Come scuola abbiamo trovato nelle parole del Papa una conferma profonda della sua missione. Mettere l’alunno al centro, accompagnarlo nella sua interezza, valorizzare l’errore come parte del processo, ascoltare con empatia, costruire relazioni significative: sono tutti principi che ci ispirano ogni giorno.

Papa Francesco ha parlato di misericordia, fraternità, tenerezza, ascolto, cura, come pilastri di una scuola autenticamente umana.

Ha proposto la bellezza come via educativa, la pace come orizzonte, l’inclusione come scelta radicale. E lo ha fatto non solo con i documenti e i discorsi, ma con gesti, silenzi, viaggi, abbracci.

Con il “Patto Educativo Globale” ha invitato scuole e comunità di tutto il mondo a stringere un’alleanza per rigenerare l’educazione, renderla più inclusiva, più partecipata, più umana. Ha indicato la necessità di educare al servizio, alla responsabilità verso la casa comune, alla cittadinanza attiva.

Ci lascia in eredità una visione profonda e rivoluzionaria: una scuola che non misura solo competenze, ma accoglie ogni persona nella sua unicità. Una scuola che non ha paura della gentilezza, che sa dire “ripartiamo insieme” quando qualcuno cade.

Nel suo testamento educativo, Papa Francesco ci chiede di essere testimoni di una scuola che sia casa, grembo, speranza.

Al Sabinianum ci impegniamo a portare avanti questa visione, con umiltà e determinazione. Perché, come diceva lui stesso, “educare è sempre un atto d’amore. È dare vita.”

Grazie, Santo Padre. Continueremo a camminare sulla strada che ci hai indicato.



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